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Action Bias – Fare! Fare! Fare! – [meglio NON fare]

L’emotività nella gestione degli investimenti può costarci caro. In questo articolo parliamo dell’Action Bias: il vizio del fare! fare! fare! Scopriamo cos’è.

Durante un primo incontro con un potenziale cliente ci ha colpito molto una frase che ci ha confidato. Alla domanda: “perché ha deciso di rivolgersi a Best Planners?” la risposta è stata molto diretta:

 “Ho paura di farmi prendere dall’emotività nelle scelte relative al mio denaro”.

Questa frase ci ha colpito molto. Finalmente un investitore ha capito, prima che glielo dicessimo noi, il principale nemico da sconfiggere per gestire correttamente i propri investimenti: il comportamento dello stesso investitore!

Come diceva Benjamin Graham (mostro sacro del settore finanziario) “l’investitore è il peggior nemico di sé stesso”.

Quando viene colpito dall’emotività l’investitore non riesce più a ragionare in modo razionale e commette errori che possono essere molto COSTOSI. Ci sono numerosi studi (ad esempio quelli di Vanguard, JPMorgan e Dalbar) che dimostrano come l’investitore sistematicamente ottenga un rendimento minore rispetto al rendimento dello strumento finanziario (obbligazioni, azioni, fondi/ETF, etc) sul quale ha investito.

Come è possibile direte voi? Semplice: in un momento di turbolenza sui mercati l’investitore si fa prendere dall’irrazionalità. Si sente in dovere di fare delle modifiche al proprio portafoglio investimenti e inizia a comprare e/o vendere gli strumenti sui quali ha investito. A posteriori, puntualmente, le decisioni di vendita e/o acquisto risultano essere sbagliate.

Se l’investitore non avesse fatto nulla, se avesse mantenuto gli investimenti così come erano inizialmente, avrebbe ottenuto un risultato migliore. In aggiunta con il passare del tempo le cose non migliorano, gli studi presentano gli stessi risultati anno dopo anno.

Nonostante le numerose volte in cui ci sono caduti in passato, gli investitori ricadono sempre negli stessi errori.

Perché??

Una spiegazione è nel modo di ragionare della mente umana.

Ci sono alcune abitudini e modi di ragionare che utilizziamo in maniera corretta e utile nella vita di tutti i giorni, ma che possono essere molto dannose se utilizzate nella gestione dei nostri investimenti. Quando vogliamo migliorare qualcosa della nostra vita ci hanno insegnato che bisogna darsi da fare, fare qualcosa di diverso, cambiare le cose, fare cose nuove.

Fare, fare, fare! Mai stare fermi!

È il senso comune e trova numerose applicazioni nella vita di tutti i giorni. Vogliamo dimagrire? Andiamo in palestra e facciamo una dieta. Vogliamo imparare a suonare uno strumento musicale? Ci diamo da fare, prendiamo lezioni o ci esercitiamo da soli. Insomma, non stiamo fermi a fare nulla sperando di imparare a suonare”!

Il nostro cervello ragiona in questo modo:

per cambiare la situazione attuale bisogna fare qualcosa.

Quando i mercati finanziari attraversano un momento di turbolenza veniamo sopraffatti dalle news terrificanti dei giornali, telegiornali e social network. Tutti lanciano il grido di allarme per una nuova crisi dei mercati finanziari, sentiamo fantomatici “guru” degli investimenti che prevedono l’apocalisse. “x miliardi di Euro bruciati”! Quante volte abbiamo sentito questa notizia sui media!!

A questo punto ci sentiamo in dovere di fare qualcosa. Non possiamo stare fermi. Ricordate: il nostro cervello sa che per cambiare le cose dobbiamo fare qualcosa di diverso. Lo ha imparato nella vita di tutti i giorni e lo applica anche negli investimenti, nonostante vi siano numerose prove che la soluzione migliore sia non fare nulla. Fare qualcosa ci fa sentire emotivamente meglio, in situazioni di stress agire ci fa sentire meglio che restare fermi. È quello che la psicologia comportamentale chiama Action Bias.

Parallelismo calcistico

Lo stesso action bias sembra colpisca anche i portieri di calcio professionistici. In uno studio del 2007 viene infatti dimostrato come, in occasione di un calcio di rigore, il portiere tenda a tuffarsi a destra o a sinistra, mentre avrebbe statisticamente una maggiore probabilità di parare il tiro se stesso fermo, se non si tuffasse.

Il portiere si sente in dovere di “provarci” e quindi di tuffarsi da una parte o dall’altra. Per il portiere subire gol su rigore perché è rimasto fermo in mezzo alla porta senza tuffarsi è emotivamente un’esperienza più negativa rispetto a subirlo ugualmente però tuffandosi, perché nella sua mente tuffarsi vuole dire averci provato, nonostante statisticamente tuffarsi rappresenti la scelta con la minor probabilità di successo (parata).

Quindi, caro investitore, quando senti il bisogno urgente di agire, di modificare qualcosa nel tuo portafoglio investimenti, ricordati che nei momenti di turbolenza sui mercati, la cosa migliore è stare fermi.

Non fare nulla è la strategia che rende di più!

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Se ti interessa conoscere un altro vizio della nostra mente che rischia di farci commettere errori costosi leggi questo articolo che parla dell’effetto “Dunning–Kruger”.